
L’inferno è la parte più nota della Divina Commedia di Dante, pertanto è la parte che più è stata illustrata e riprodotta. Con tutti i riferimenti disponibili quindi, è stato semplice farmi venire delle idee in mente tra i vari canti e in effetti, ne avevo in mente diverse: La famosa scena del Canto I dove Caronte traghetta Dante e Virgilio, oppure il primo piano del Poeta che, vedendo le anime torturate, cede ad un pianto di spavento, dispiacere, terrore e senso di colpa.
Tuttavia cercavo immagini nuove, che non fossero mai state riprodotte e sopratutto, che potessero essere dinamiche come la copertina di un fumetto di super-eroi ma dipinte nel senso più tradizionale.
Ho scelto quindi il Canto XXI dove Dante visita il pozzo dei giganti. Ma quanto giganti? Dante dice che erano come torri. Ho voluto rappresentare una scena claustrofobica: Uomini di dimensioni enormi legati uno vicino l’altro con mezzo corpo nell’acqua. Intorno a loro, nel buio, la luce calda infernale.
I loro visi esprimono chiaramente il loro disagio: sono confusi, non possono muoversi, non possono uscire dall’acqua, non possono immergere la parte all’esterno, non possono comunicare, sfogarsi, farsi ascoltare. Così è da millenni e così sarà per sempre e Dante guarda tutto questo, esterrefatto, da un punto più alto del percorso.
Per me il purgatorio è stata una vera scoperta. L’ho trovato fantastico! Ma cosa potevo rappresentare?
Dopo la discesa, la salita sul monte? Dante nel fuoco che non brucia? No. C’era solo un’immagine da fare, il vertice della storia fino alla visione di Dio nel paradiso e per descriverla a parole, non se ne possono usare poche.
Alla fine del percorso impervio di Dante, dopo aver visto cose orribili, dopo aver superato prove che hanno costretto il protagonista a superare molti dei suoi limiti, arriva lì, all’entrata del paradiso: Canto XXXI.
Gli occhi di Dante passano dal vedere le atroci torture ai dannati, peccatori di ogni tipo, al giardino dell’Eden e chi incontra? Lei. La sua musa, il suo amore, la sua ossessione.
Ha fatto il viaggio più difficile della storia umana solo per raggiungerla. Lei dal suo canto, è scesa fino all’inferno per chiedere a Virgilio di prendere Dante e portarlo da lei, quando avrebbe potuto rimanere lì in paradiso nella pace eterna. Come si conclude questa storia d’amore che ha viaggiato oltre la morte, il tempo, lo spazio, il male e il bene? Cosa dice Beatrice al sommo poeta quando lo vede? Le sussurrerà tutto ciò che ha fatto? Le parlerà del suo piano per dare a Dante il privilegio di conoscere i 3 regni dell’aldilà? Lo rimprovera amaramente!
